Pronto Consumatore Gennaio/Febbraio 2016


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Bollettino d'informazione del Centro Tutela Consumatori Utenti - supplemento al n. 01/08

La versione integrale cartacea del Pronto Consumatore viene recapitata gratuitamente via posta ai soci del CTCU oppure è disponibile in formato PDF nella sezione download. Le seguenti news sono un estratto.
 

 

Digitalizzazione dei dati dei pazienti: il CTCU chiede nuovamente di essere coinvolto nelle decisioni.
Il consenso informato, riguardo al trattamento dei dati sensibili dei pazienti, deve essere garantito anche alla luce del nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali

Stando a quanto dichiarato dai responsabili, per la messa in rete dei sistemi di informazioni sanitarie, ci vorranno in Alto Adige almeno ancora due anni. Il nuovo sistema, quindi, sarà in rete a ridosso dell'entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali. Il nuovo sistema, ancora in fase di realizzazione, dovrebbe, pertanto, rispettare anche i principi enunciati nel predetto regolamento. Vista l'esistenza ancora di parecchi dubbi in merito alle modalità di trattamento dei dati personali in ambito sanitario, è indispensabile un'urgente presa in considerazione degli interessi dei consumatori attraverso la loro rappresentanza.
Al fine di poter disporre di un sistema sanitario davvero efficiente, è auspicabile poter consentire ad ogni medico curante di poter accedere ai dati, tutti, dei suoi pazienti che risultino registrati nel sistema, senza che le relative cartelle cliniche cartacee vengano scomodamente e dispendiosamente spedite qua e la. L'accesso ai dati, inoltre, consentirebbe di evitare la duplicazione di esami e permetterebbe di mettere a disposizione i dati per le emergenze, le cartelle cliniche, i risultati di esami fatti e le relative diagnosi, nonchè di documentare la somministrazione di farmaci, consentendo di evitare incoerenze anche nella prescrizione di medicazioni e trattamenti.
In tutto ciò deve essere data altrettanta importanza al cd “consenso informato” dei pazienti. Il CTCU ravvisa, pertanto, la necessità di partecipare, assieme ad altri stakeholder, al processo di elaborazione delle modalità relative alla raccolta dati dei pazienti, al fine di poter, sin da subito, individuare i molti aspetti critici ancora presenti e poter, di conseguenza, elaborare le più adeguate tutele.

 

Allarme del CTCU: i pagamenti senza contanti rendono i consumatori “di vetro”

Il CTCU giudica molto criticamente la novità introdotta dalla Legge di stabilità 2016 che impone alle imprese l'obbligo di accettare pagamenti con carte di debito e di credito anche per importi minimi. Per chi si rifiuta saranno previste sanzioni. I rischi che tutto ciò rappresenti “l'inizio della fine del contante” sono notevoli, questo il commento del Direttore del CTCU, Walther Andreaus. Il contante è, per certi versi, anche un modo di tutelare la privacy: pagamenti virtuali, cioè senza contanti, lasciano infatti delle tracce informatiche, le quali vengono sfruttate commercialmente, in maniera sempre più massiccia, anche al fine di tracciare “profili” dei consumatori. Le abitudini di vita quotidiane così registrate ed analizzate mettono, in pratica, a nudo i consumatori. Oltre a ciò, i consumatori si troverebbero a “pagare il conto” dell'operazione – ovvero le commissioni applicate dalle banche ai pagamenti con carta – attraverso costi sicuramente maggiorati.
A parte questo, il contante protegge anche dal cd. “interesse negativo”. Già da qualche tempo a questa parte gli economisti discutono su come si potrebbero invogliare al consumo i consumatori che preferiscono invece il risparmio. Senza più l'uso del contante le banche centrali, gli istituti bancari e la politica potrebbero quindi esercitare un'influenza non da poco sui nostri risparmi e quindi anche sulla nostra vita quotidiana. E questo, nonostante la Costituzione italiana tuteli in maniera molto chiara il risparmio delle famiglie!
Il pagamento senza contante, che avviene con forme molto rapide, e la perenne disponibilità di un mezzo di pagamento potrebbe portare anche molte persone ad acquisti mal ponderati o ad abusare delle carte di pagamento, e condurre quindi anche a forme di sovraindebitamento.

 

Garanzia dei prodotti: in arrivo nuove e migliori regole per chi compra online

La Commissione Europea è intenzionata ad uniformare e migliorare a livello europeo le norme riguardo la garanzia legale. Il CTCU saluta con favore la novità, ma giudica criticamente l'intenzione di stabilire differenti norme di garanzia fra canali d'acquisto online e canali tradizionali.
Ad oggi, in tutta l'UE vige un periodo di garanzia legale di almeno due anni, che prevede la cd. “inversione dell'onere della prova” dopo 6 mesi. Nei primi 6 mesi dall'acquisto di un bene è il venditore a dover dimostrare che la merce non era difettosa già al momento della vendita. La Commissione Europea ha presentato ora una proposta secondo la quale per le vendite a distanza – questo riguarda in particolar modo le vendite online – l'inversione dell'onere della prova intervenga soltanto dopo due anni.
La proposta della Commissione è certo migliorativa per i diritti dei consumatori italiani, ma comporta anche un diverso operare del diritto di garanzia in base al canale di vendita. Molto meglio, a parere del CTCU, norme uniformi a livello europeo, valide per ogni canale di vendita.

 

La truffa dei gas di scarico di Volkswagen: proprietari di serie B?
“No ad una disparità di trattamento”

Per migliaia di proprietari di veicoli Volkswagen in Alto Adige e per ben 650.000 proprietari in tutta Italia la Volkswagen sta lavorando ad un piano di adeguamento del software manipolato. I clienti della Volkswagen interessati dal progetto dovrebbero essere direttamente informati per posta dalla casa automobilistica. Negli USA, invece, la Volkswagen ha annunciato che interverrà indennizzando tutti i suoi Clienti danneggiati con la corresponsione di un importo una tantum pari a 1.000 dollari. Ciò dimostra che, negli USA, dove i controlli di settore sull'industria automobilistica funzionano, agli utenti truffati vengono offerti anche degli indennizzi.
Il Centro Tutela Consumatori Utenti, come altre associazioni europee dei consumatori, è dell'avviso che i “nostri clienti Volkswagen” non debbano essere oggetto di un trattamento risarcitorio diverso ed inferiore e che, pertanto, la Volkswagen dovrebbe chiarire come intenda soddisfare le richieste dei consumatori italiani ed europei.
Parte del problema è causato dall'azione protezionista delle autorità di controllo e di alcune parti politiche che chiudono gli occhi davanti gli inadeguati controlli del settore dell'industria automobilistica. È così che la politica diventa uno dei problemi che ostano al buon funzionamento del settore automobilistico. Tutto ciò ha portato ad un diffuso raggiro a danno di molti consumatori.

 

Il fruttosio è il tipo di zucchero “più sano”?

La frutta e alcuni tipi di verdura sono resi piacevolmente dolci dal fruttosio. Tanti di noi associano il fruttosio a “salute e naturale”. Nella produzione alimentare, il fruttosio o lo sciroppo di fruttosio vengono spesso utilizzati al posto dello zucchero industriale. Il fruttosio lo si trova, ad esempio, nelle bibite analcoliche o nelle bibite “wellness”, nelle barrette fitness oppure nei latticini. Molte persone, che pur sono attente alla loro salute, non sanno però che un alto consumo di fruttosio può causare disturbi al metabolismo dei grassi, resistenze all'insulina e favorire l'obesità. Già 35 grammi di fruttosio a pasto sono considerati una quantità “critica”.
Ad alcune bevande vengono aggiunti fino a 40 grammi di fruttosio per litro. Già uno yogurt “a basso contenuto di zuccheri” può contenerne 15 grammi. Le indicazioni sulle confezioni del tipo “meno dolce”, “con meno zucchero” oppure “con zucchero d'uva” sono indicatori indiretti di un alto contenuto di fruttosio.

 

Come riconoscere gli alimenti senza olio di palma?

Da dicembre 2014 i produttori devono indicare la provenienza dei grassi e degli olii vegetali. Nell'elenco degli ingredienti troviamo, ad esempio, olio di palma, olio d'oliva oppure olio di cocco. I consumatori possono quindi informarsi sul tipo di olio usato nell'alimento.
L'olio di palma è al centro di crescenti critiche. A livello internazionale, la forte richiesta di questo olio, che costa poco ed è molto versatile, ha comportato che sempre maggiori aree di foreste pluviali tropicali siano state e continuino a venir disboscate. Gli esperti temono gravi conseguenze per l'ambiente e per il clima, per la biodiversità e per le popolazioni indigene.
Alcuni produttori utilizzano olio di palma certificato. La certificazione del RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) fissa degli standard minimi per rendere più sostenibile la coltivazione di palme da olio.

 

Perché l'effetto “yo-yo” rende la perdita di peso un insuccesso?

Pensiamo di essere proprio sfortunati: non appena terminiamo con successo la fase finale di una dieta radicale, i chili sembra facciano apposta a riunirsi nuovamente soprattutto su pancia e fianchi. Ciò è dovuto al cosiddetto effetto yo-yo: riacquistare peso in poco tempo, dopo averlo faticosamente perso. Il fenomeno è conosciuto, ma spesso ignoriamo i pericoli che ci stanno dietro.
Questo effetto yo-yo (ovvero la perdita e ripresa repentina di peso) si manifesta quando ci sottoponiamo a diete da fame oppure mal bilanciate. In questo caso il nostro organismo risponde con un contro-attacco: se infatti l'apporto calorico viene ridotto notevolmente, l'organismo, a sua volta, accende una sorta di riduttore di energia. Ciò significa che tutti i processi metabolici avvengono appunto con una sorta di “risparmio energetico”: i cuscinetti adiposi si riducono più lentamente e il consumo di energia a riposo scende al minimo.
Questo basso consumo energetico persiste anche dopo aver concluso la dieta e per questo motivo il risultato sarà che, a dieta conclusa, l'aumento di peso avverrà in maniera particolarmente veloce, anche con un'alimentazione normale. E' questo il meccanismo responsabile dell'effetto yo-yo, che conduce a lungo andare ad un costante aumento di peso.
Per evitare questa frustrazione sia mentale che fisica, bisogna affidarsi a programmi di dimagrimento graduali, che prevedano sia un cambiamento delle abitudini alimentari che la pratica di esercizio fisico costante, portando ad una perdita di peso di ca. 1 o 2 kg al mese.

 

Obbligazioni subordinate & co: sai cosa hai in mano?
In tempo di “bail-in” è necesssria una maggior consapevolezza

Il CTCU offre controllo della documentazione bancaria

Le azioni bancarie, in particolar modo, di banche non quotate, non sono prodotti finanziari adatti a chiunque. Il loro grado di rischio è fuori da ogni discussione “alto” e quindi chi NON ha propensione a rischiare il proprio capitale, è meglio che eviti di imbarcarsi in questo affare. Sono inoltri titoli “illiquidi” cioè è molto difficile, per non dire a volte impossibile, venderli, soprattutto quando la banca non naviga in buone acque.
Le obbligazioni subordinate incorporano anch'esse un rischio elevato in caso di dissesto bancario. Più lontana nel tempo la loro scadenza (spesso si parla di titoli che hanno durata anche di 5/6 anni o piú), maggiore sarà il rischio di perdere il proprio capitale in caso di peggioramento della solidità finanziaria della banca che le ha emesse. Se poi dovesse capitare la procedura di bail-in, dopo le azioni, le obbligazioni subordinate sono quelle che “partono” e... buonanotte suonatori. Vai poi tu a recuperare i soldi davanti ai Tribunali...
Per chi ha già effettuato l'acquisto qualche anno o mese fa, l'unica cosa che si può fare ora è (far) dare una controllatina a qualche esperto indipendente della documentazione sottoscritta in banca e del portafoglio esistente, per valutare anche cosa sia diventato più pericoloso con le regole del bail-in.

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